L’omeopatia plaude alla legge di stabilità
Approvato un emendamento che ci avvicina all’Europa. «Era ora»,
28 novembre 2014
È l’emendamento 34 bis alla legge di stabilità a far sorridere le aziende produttrici di medicinali omeopatici che, finalmente, non dovranno più fare i salti mortali per la registrazione dei nuovi farmaci avendo a disposizione una normativa più vicina agli standard europei. A essere state fissate, «finalmente» è il coro unanime di Omeoimprese, sono le quote dovute per la presentazione della domanda di rinnovo in 800 euro per i medicinali unitari, indipendentemente da forma farmaceutica e diluizioni, in 1.200 euro per i medicinali complessi, indipendentemente dal numero dei componenti e dalla forma farmaceutica e, soprattutto, sono stati prorogati i termini per le registrazioni al 2018, fissando al 30 giugno 2017 il termine per la presentazione delle domande.
Il sospiro di sollievo è condiviso anche da tutti coloro che hanno scelto l’omeopatia come sostitutivo, o come coadiuvante, alla terapia tradizionale, ovvero circa 9,7 milioni di persone che rappresentano un quarto (esattamente il 25,5%) della popolazione italiana fra i 18 anni e i 65 anni. «L’Italia era il fanalino di coda in Europa in merito al processo di regolamentazione. L’introduzione e l’approvazione di quest’emendamento alla legge di stabilità risolve un’impasse ventennale», ha commentato Giovanni Gorga, consigliere di Omeoimprese, e Public affair manager di Guna, una tra le maggiori produttrici in Italia nel comparto delle medicine complementari e di origine biologica. «Si è trattato – continua Gorga – di un laborioso e lungo ma produttivo confronto con tutte le Istituzioni a cominciare dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin».
Affinché l’emendamento diventi definitivo è previsto il passaggio al Senato senza modifiche. «Ma auspichiamo . conclude Gorga – che tutto possa concludersi quanto prima in senso positivo sia per l’attenzione degli italiani alle cure omeopatiche, sia per il comparto industriale che è tra i pochi che assume».
articolo di WISE SOCIETY People for the future